L’arazzo come cammino interiore.
“La vera opera d'arte nasce dall'artista in modo misterioso, enigmatico, mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità e diviene un soggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta. Diventa il respiro dell'essere.” (Kandinsky, “Lo spirituale nell’arte”, SE)
Partendo da questa frase di Kandinsky, credo che i nostri movimenti interiori sull'esistenza possono trovare diversi modi di espressione per renderli manifesti, l'arazzo ne è una forma.
In me è nato in modo misterioso e casuale, ma è sempre più un modo espressivo per dire e leggere ciò che ho dentro...
L'arazzo mette a nudo la nostra realtà interiore, è quindi anche un lavoro introspettivo che ci può aiutare a comprendere ciò che viviamo dentro e ciò che siamo.
Addentrarci quindi in questa esperienza vuol dire lavorare con noi stessi, essere disponibili a lavorare sul sé di se stessi, osservare, ascoltare, accogliere le nostre parti buie e luminose.
E' un processo di trasformazione, di mutamento...
L'arazzo va spesso osservato da lontano. Può avere un effetto immediato, e un altro più interiore, per parlare all'anima.
Ma, come dicevo, è anche un guardarsi dentro, come espressione di ciò che siamo e stiamo vivendo noi. E bisogna meditarlo man mano che si procede per saper prendere le giuste distanze da esso, anche in senso temporale... per capire in quale modo si sta procedendo, quale senso gli si sta dando, non è saputo e conosciuto tutto fin dall'inizio
L'arte non è l'inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto,
ma è una forza che ha un fine e deve servire allo sviluppo e all'affinamento dell'anima,
ai suoi movimenti interiori.
E' un linguaggio che parla all'anima con parole proprie,
di cose che per l'anima sono il pane quotidiano e che solo così può ricevere.
Ogni arte ha forze uniche e insostituibili perchè esprime la propria tensione interiore.
L'arazzo è visione globale di un'armonia che si costruisce man mano e che cresce con chi lo crea,
è osservazione della realtà ed espressione parziale di un tutto.
“La vera opera d'arte nasce dall'artista in modo misterioso, enigmatico, mistico. Staccandosi da lui assume una sua personalità e diviene un soggetto indipendente con un suo respiro spirituale e una sua vita concreta. Diventa il respiro dell'essere.” (Kandinsky, “Lo spirituale nell’arte”, SE)
Partendo da questa frase di Kandinsky, credo che i nostri movimenti interiori sull'esistenza possono trovare diversi modi di espressione per renderli manifesti, l'arazzo ne è una forma.
In me è nato in modo misterioso e casuale, ma è sempre più un modo espressivo per dire e leggere ciò che ho dentro...
L'arazzo mette a nudo la nostra realtà interiore, è quindi anche un lavoro introspettivo che ci può aiutare a comprendere ciò che viviamo dentro e ciò che siamo.
Addentrarci quindi in questa esperienza vuol dire lavorare con noi stessi, essere disponibili a lavorare sul sé di se stessi, osservare, ascoltare, accogliere le nostre parti buie e luminose.
E' un processo di trasformazione, di mutamento...
L'arazzo va spesso osservato da lontano. Può avere un effetto immediato, e un altro più interiore, per parlare all'anima.
Ma, come dicevo, è anche un guardarsi dentro, come espressione di ciò che siamo e stiamo vivendo noi. E bisogna meditarlo man mano che si procede per saper prendere le giuste distanze da esso, anche in senso temporale... per capire in quale modo si sta procedendo, quale senso gli si sta dando, non è saputo e conosciuto tutto fin dall'inizio
“Necessaria è quella forma che sa parlare all'anima e sa raggiungere l'anima delle cose”,
dice Kandinsky.
dice Kandinsky.
L'arte non è l'inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto,
ma è una forza che ha un fine e deve servire allo sviluppo e all'affinamento dell'anima,
ai suoi movimenti interiori.
E' un linguaggio che parla all'anima con parole proprie,
di cose che per l'anima sono il pane quotidiano e che solo così può ricevere.
Ogni arte ha forze uniche e insostituibili perchè esprime la propria tensione interiore.
L'arazzo è visione globale di un'armonia che si costruisce man mano e che cresce con chi lo crea,
è osservazione della realtà ed espressione parziale di un tutto.